mercoledì 5 novembre 2014

A cento anni dalla sua prima apparizione del 19 ottobre 1914 rivive: Alla guerra!

A distanza di cento anni esatti rivive oggi, edito da I Buoni Cugini editori di Ivo Tiberio Ginevra, il romanzo di Luigi Natoli:

 
Mai pubblicato in libro, oppure a fascicoli rilegati, apparve per la prima ed unica volta in appendice alle pagine del Giornale di Sicilia in 204 puntate dal 19 ottobre 1914.
Con queste parole il Giornale lo presentava ai suoi lettori:

È il romanzo della guerra contemporanea; è la storia ravvivata dalla fantasia coloritrice dell’artista; è la visione di ciò che imperfettamente, affrettatamente, succintamente, e spesso contraddicendosi, comunica il corrispondente telegrafico; è l’episodio, è il gesto umano, l’interpretazione dell’anima, la visione della tremenda realtà, dello scatenarsi di tutti gli istinti belluini primitivi, del fiorire di tutti i sentimenti più generosi e più gentili; dell’eroismo feroce. Ed è anche la storia del grande conflitto europeo, vista in quello che ha di più sicuro, di accertato, scevro, dalle esagerazioni e dai vilipendi.

 

Si svolge intorno a una dolce ed eroica storia d’amore, che per la drammaticità degli episodi, ora teneri e appassionati, ora eroici o tragici, affascina il lettore, ne incatena l’attenzione, ne desta l’interesse; lo fa palpitare, esultare, vivere coi personaggi, attraverso questo grande, immenso incendio che devasta mezza Europa.


martedì 4 novembre 2014

Il bollettino della Vittoria - Luigi Natoli

Rileggi, ogni anno, il 4 novembre, il bollettino col quale il generale Diaz dava l'annunzio della vittoria. Ogni Italiano deve tenerlo a mente: non per vanagloriarsi, ma per trarne ammaestramento, e adoperarsi ad accrescere grandezza alla patria con una vita virtuosa, degna di coloro che soffersero e morirono per farci liberi e grandi. Rileggi dunque:
 
"La guerra contro l'Austria-Ungheria, che sotto l'alta guida di S.M. il Re, Duce supremo, l'esercito italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915, e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima, per quarantun mese, è vinta.
"La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre, ed alla quale prendevan parte cinqantun divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una ceco-slovacca, un reggimento americano, contro 73 divisioni austro-ungariche, è finita.
"La fulminea, arditissima avanzata del 20° Corpo d'Armata su Trento, sbarrando la via della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della 7^ Armata e ad oriente da quelle della 1^, 6^ e 4^, ha determinato ieri lo sfacelo totale del fronte avversario.
"Dal Brenta al Torre, l'irresistibile slancio della 12^, dell'8^ e della 10^ Armata e delle Divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente.
"Nella pianura S.A.R. il Duca d'Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta 3^ Armata, anelando di ritornare sulle posizioni che dessa aveva già vittoriosamente conquistato.
"L'esercito Austro-Ungarico è annientato. Esso ha subito perdite gravissime nell'accanita resistenza dei primi giorni di lotta, e nell'inseguimento ha perduto quantità ingentissime di materiali di ogni sorta e pressocchè per intero i suoi magazzini e i depositi.
"Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri, con interi Stati Maggiori, e non meno di cinquemila cannoni(*).
"I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli, che avevano discese con orgogliosa sicurezza". Diaz.
 
Luigi Natoli - Almanacco del fanciullo siciliano.
 

4 Novembre - Luigi Natoli


E' festa, grande festa nazionale. Il 4 novembre 1918 l'esercito austriaco, sconfitto nella grande battaglia di Vittorio Veneto, volse in fuga; e il suo comando supremo dovette domandare un armistizio.
Ma già il tricolore sventolava a Trieste e a Trento, sospiro di ogni cuore italiano.
Per questa vittoria l'Italia ora è tutta quanta libera da ogni soggezione: la catena delle Alpi è tutta nostra; e nessuno straniero può più valicarla e accamparsi nelle nostre terre.
Quanti sacrifizi, però, quanto sangue è costata l'unità nazionale!
In alto il vessillo! e gridiamo gloria a coloro che ci diedero una patria unita, forte, grande.
 
Luigi Natoli - Almanacco del fanciullo siciliano